Circa seimila anni fa, nel Neolitico, quando in Oriente
nascevano le prime grandi Civiltà, l'uomo cominciò ad apprezzare l'utilità di
alcuni animali nella vita pratica e a tentarne l'addomesticamento.
Nelle pianure dell’Asia Centrale gli Sciiti elessero il cavallo
come loro mezzo di trasporto e lavoro, mentre in Mesopotamia i Sumeri
addomesticarono l’emione. In Africa, nei territori nord-orientali, l’animale
scelto per aiutare l’uomo nella sua vita quotidiana fu l'asino delle steppe di
Nubia, l'Equus asinus africanus, che gli
arabi chiamavano Hamar el Wadi.
Gli asini selvatici africani (Equus
africanus) si possono dividere in tre sottospecie: la prima, rappresentata
dal cosiddetto asino selvatico algerino ed estintasi probabilmente in epoca
romana, viveva nell'area che copre i monti dell'Atlante fino a tutta la costa mediterranea
algerina; la seconda, rappresentata dal cosiddetto asino selvatico nubiano, estintosi
in natura intorno agli anni '30 ma ancora presente con diversi esemplari nei giardini
zoologici, viveva nella regione che va dalle zone semi deserte della Nubia fino
alle coste del Mar Rosso; l'ultima, rappresentata dal cosiddetto asino
selvatico somalo, vive ancora nella Somalia del nord. Dal ceppo nubiano si
distaccò l’attuale asino domestico. (*)
Emione (Equus hemionus)
(*) testo tratto dalla tesi di laurea "Caratteristiche gestionali e produttive dell'allevamento onino in Italia e in Francia: risultati di un'indagine", di Dr. Agr. S.Savardi. Diritti riservati. Bibliografia su richiesta.
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