lunedì 24 ottobre 2011

L’origine dell’asino domestico (prima parte)

Circa seimila anni fa, nel Neolitico, quando in Oriente nascevano le prime grandi Civiltà, l'uomo cominciò ad apprezzare l'utilità di alcuni animali nella vita pratica e a tentarne l'addomesticamento.
Nelle pianure dell’Asia Centrale gli Sciiti elessero il cavallo come loro mezzo di trasporto e lavoro, mentre in Mesopotamia i Sumeri addomesticarono l’emione. In Africa, nei territori nord-orientali, l’animale scelto per aiutare l’uomo nella sua vita quotidiana fu l'asino delle steppe di Nubia, l'Equus asinus africanus, che gli arabi chiamavano Hamar el Wadi.
Gli asini selvatici africani (Equus africanus) si possono dividere in tre sottospecie: la prima, rappresentata dal cosiddetto asino selvatico algerino ed estintasi probabilmente in epoca romana, viveva nell'area che copre i monti dell'Atlante fino a tutta la costa mediterranea algerina; la seconda, rappresentata dal cosiddetto asino selvatico nubiano, estintosi in natura intorno agli anni '30 ma ancora presente con diversi esemplari nei giardini zoologici, viveva nella regione che va dalle zone semi deserte della Nubia fino alle coste del Mar Rosso; l'ultima, rappresentata dal cosiddetto asino selvatico somalo, vive ancora nella Somalia del nord. Dal ceppo nubiano si distaccò l’attuale asino domestico. (*)

Emione (Equus hemionus)


(*) testo tratto dalla tesi di laurea "Caratteristiche gestionali e produttive dell'allevamento onino in Italia e in Francia: risultati di un'indagine", di Dr. Agr. S.Savardi. Diritti riservati. Bibliografia su richiesta.

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