sabato 29 ottobre 2011

Gourmand... gourmet!

Stasera condivido semplicemente delle fotografie... tre immagini scattate nel giro di un paio di minuti che però rendono l'idea della golosità dei nostri amici asini.

Estate 2011, pascolo estivo. Tre asini si avvicinano curiosi alla porta di una piccola costruzione. Loro lo sanno che da lì esce sempre qualcosa di buono... che sia una mela, una carota o un pezzo di pane secco.


Ma... cosa ci sarà lì dietro???



E ne arrivano altri due...
Forza... dai!!!! Sbrigati...



Oh... finalmente!!!



Cosa non si fa per un pezzo di pane!!!

martedì 25 ottobre 2011

L'origine dell'asino domestico (seconda parte)

Non è ancora certo se l'addomesticamento dell'asino e del cavallo sia avvenuto più o meno nello stesso periodo, nel tardo Neolitico, oppure se l'addomesticamento del primo preceda di gran lunga quello del secondo. Diversi studiosi ritengono probabile che l'asino sia stato tenuto in cattività dagli antichi Egizi fin dal III millennio a.C. Dall'Egitto esso venne esportato in Siria - Damasco significa appunto "città degli asini" -, in Palestina ed Israele, poi arrivò in Europa e da qui in America con Cristoforo Colombo.
Il mulo, quale prodotto dell'incrocio tra il cavallo e l'asino e la cui raffigurazione compare sui bassorilievi assiri, sembra che sia stato prodotto la prima volta nell'Occidente asiatico e precisamente nell'Asia Minore, in epoca immediatamente successiva all'immigrazione mongola.
La presenza dell’asino nel nostro continente e la sua grande diffusione in tutta l’area del Mediterraneo, è senza dubbio il segno più tangibile della storia dell’evoluzione culturale dell’uomo. Questo, infatti, durante le sue incredibili migrazioni, che dalle sterminate steppe e sconfinati deserti dell’est lo hanno portato a conquistare l’Europa e il Mediterraneo, ha sicuramente avuto, come fedele e instancabile alleato, questo piccolo equide.
Le prime raffigurazioni incise sulla roccia che ritraggono l’asino domestico accanto all’uomo risalgono a cinquemila anni a.C.: sono ben settemila anni che l’asino lavora al fianco dell’ uomo. (*)



(*) testo tratto dalla tesi di laurea "Caratteristiche gestionali e produttive dell'allevamento onino in Italia e in Francia: risultati di un'indagine", di Dr. Agr. Stefania Savardi. Diritti riservati. Bibliografia su richiesta.

lunedì 24 ottobre 2011

L’origine dell’asino domestico (prima parte)

Circa seimila anni fa, nel Neolitico, quando in Oriente nascevano le prime grandi Civiltà, l'uomo cominciò ad apprezzare l'utilità di alcuni animali nella vita pratica e a tentarne l'addomesticamento.
Nelle pianure dell’Asia Centrale gli Sciiti elessero il cavallo come loro mezzo di trasporto e lavoro, mentre in Mesopotamia i Sumeri addomesticarono l’emione. In Africa, nei territori nord-orientali, l’animale scelto per aiutare l’uomo nella sua vita quotidiana fu l'asino delle steppe di Nubia, l'Equus asinus africanus, che gli arabi chiamavano Hamar el Wadi.
Gli asini selvatici africani (Equus africanus) si possono dividere in tre sottospecie: la prima, rappresentata dal cosiddetto asino selvatico algerino ed estintasi probabilmente in epoca romana, viveva nell'area che copre i monti dell'Atlante fino a tutta la costa mediterranea algerina; la seconda, rappresentata dal cosiddetto asino selvatico nubiano, estintosi in natura intorno agli anni '30 ma ancora presente con diversi esemplari nei giardini zoologici, viveva nella regione che va dalle zone semi deserte della Nubia fino alle coste del Mar Rosso; l'ultima, rappresentata dal cosiddetto asino selvatico somalo, vive ancora nella Somalia del nord. Dal ceppo nubiano si distaccò l’attuale asino domestico. (*)

Emione (Equus hemionus)


(*) testo tratto dalla tesi di laurea "Caratteristiche gestionali e produttive dell'allevamento onino in Italia e in Francia: risultati di un'indagine", di Dr. Agr. S.Savardi. Diritti riservati. Bibliografia su richiesta.

sabato 22 ottobre 2011

La pazienza dell’asino e la pazienza con l’asino

A volte anche i cuccioli, pur non avendo subito alcun trauma, sono diffidenti verso l'uomo. Mi è capitato questa estate, con una cucciolotta di soli due mesi, un’asinella tanto bella quanto… selvatica! Come raccontavo nei vecchi post, Zoe e Pepe hanno trascorso la bella stagione al pascolo, insieme ad altri asini. Fra di loro c’era anche una femmina che aveva partorito da poche settimane, con Nerina, la sua puledrina, che non aveva subito traumi di alcun genere, ma fin dall’inizio si è dimostrata non troppo socievole. Giocava allegramente con gli altri animali, ma quando qualche persona cercava di avvicinarla, lei si defilava frettolosamente.
Ci sono stati mesi di tentativi di avvicinamento spesso stroncati sul nascere, golosità offerte che lei snobbava sdegnosamente, e anche qualche calcio (suo!) schivato al volo (da noi!) quando si svegliava più solitaria del solito… non serviva nemmeno che la sua mamma e tutti gli altri asini fossero uno più coccolone dell’altro: lei non ne voleva proprio sapere! Eppure ci vedeva ogni giorno…
C’è voluta tanta pazienza, giorno dopo giorno, per vincere la sua resistenza, ma alla fine abbiamo meritato una chance: finalmente si è lasciata accarezzare, e dopo un po’ ha anche iniziato a prendere i bocconi di pane secco dalle nostre mani!
Non so se Nerina diventerà un’asina sempre più socievole, anche lei è tornata a casa dal suo proprietario e non credo che la rivedremo fino alla prossima estate, ma mi auguro che nei prossimi mesi impari a fidarsi degli uomini.



venerdì 21 ottobre 2011

Il calabrone che non poteva volare

Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aereonautica, il calabrone non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa. E perciò continua a volare.
- Igor Ivanovich Sikorsky -

giovedì 20 ottobre 2011

Una memoria da asino

Ciò di cui ha bisogno l’uomo è la memoria dell’asino, che mai scorda dove mangia”, scriveva Sofocle circa 2500 anni fa. Ed è proprio vero.
Ho riflettuto su questa citazione pochi giorni fa, quando Zoe, appena tornata a casa dal pascolo estivo, è entrata diretta in stalla e ha affondato il muso nella mangiatoia dove in inverno le somministro la granella. C’è anche rimasta un po’ male perché era vuota….
A volte viene da chiedersi se, dopo un periodo più o meno lungo di lontananza, un animale ricorderà i luoghi, le persone o i dettagli con cui ha avuto a che fare. Sicuramente è così per l’asino. Si dice che questo equino rammenti luoghi e persone a distanza di decenni, nel bene e nel male. Da anziano si ricorderà di voi se quando era puledro avete condiviso un pezzo della vostra vita con lui. Vi sarà ancora riconoscente, se per lui in passato siete stati degli amici fidati, e mai vi volterà le spalle. Ma, a distanza di anni, non scorderà nemmeno l’uomo malvagio che lo ha bistrattato, chi lo ha picchiato, chi lo ha sfruttato. E se ne starà bene all’erta.
Pensate bene a come comportarvi con un asino: lui se lo ricorderà a lungo. Molto a lungo…


mercoledì 19 ottobre 2011

L'alpeggio

Una volta c’era l’alpeggio. E, qualche settimana prima, il maggengo. Con l’arrivo della bella stagione, il bestiame veniva portato in montagna: si fermava per qualche tempo a mezza montagna, il maggengo appunto, per poi salire in quota, dove avrebbe trascorso i mesi più caldi brucando l’erba dei pascoli alpini.
Portare gli animali in malga, al giorno d’oggi, è cosa sempre più rara. Ma qualche mese di puro pascolo è ancora una boccata d’aria fresca. Così, anche quest’anno, ai primi di maggio i nostri asini hanno traslocato. Hanno incontrato nuovi amici orecchie-lunghe, hanno familiarizzato, giocato, stabilito nuove gerarchie…. e i puledri hanno imparato che non si può sempre fare tutto ciò che si vuole, perché la mamma concede, gli altri asini un po’ meno. Insomma, una bella estate in compagnia.
La stagione quest’anno è stata lunga, settembre e i primi giorni di ottobre ci hanno regalato giornate ancora calde, ma ormai l’autunno è arrivato, portando con sé i primi freddi. E, come in una moderna transumanza, anche gli asinelli sono tornati nelle loro rispettive scuderie.
Arrivederci amici, ci si rivede la prossima estate!

Rieccoci...

Questo blog ha subito un lungo periodo di sosta. Succede, a volte…
Ma ora torniamo a scrivere con una certa frequenza. A risentirci!