giovedì 9 aprile 2015

Estratti casalinghi: il pericolo di non conoscere le concentrazioni di principi attivi

Qualche sera fa ho visto in televisione un servizio su un'azienda agricola trentina specializzata nella coltivazione di piante officinali con successiva produzione di tinture e estrazione di olii essenziali.
Osservando il servizio mi è sorta spontanea qualche considerazione...
Innanzitutto bisogna considerare che il Trentino Alto Adige, in virtù del suo status di Regione Autonoma, gode di un regolamento relativo alla trasformazione delle piante officinali che nessuna altra regione italiana può sfruttare. Ma nessuno vieta di farsi dei preparati casalinghi.
Detto questo, parliamo di trasformazione...
Un conto è essiccare le erbe ed utilizzarle come infusi, decotti e macerati, nei quali il solvente è l'acqua: solo una parte di principi attivi viene estratta dall'acqua, e questo è nel bene e nel male un fatto di cui tenere conto perchè è garanzia di sicurezza. A meno, ovviamente, di soffrire di allergie a tale specie!


Quando iniziamo a utilizzare solventi differenti, fra cui l'alcool è sicuramente quello più diffuso a livello casalingo, le cose cambiano notevolmente.
Giocando con il grado alcoolico del solvente di estrazione e con la sua successiva diluizione con acqua o sciroppi, si può ottenere un prodotto finale di grado alcoolico certo.
Ma, facendo queste estrazioni a casa, ciò su cui non abbiamo alcun controllo è la concentrazione di principio attivo. Perchè se non si analizza ogni singola pianta o miscela con macchinari particolari che determinano il contenuto esatto di pincipio attivo, possiamo solo stimare che questo sia presente nell'essenza, ma senza avere idea di quanto ce ne sia.
E numerosi studi hanno dimostrato che sono molte le variabili che influenzano la sintesi e l'accumulo di principi attivi: non solo genetica, ma anche tanti aspetti pedoclimatici e gestionali.

 

Ad esempio, assenzio coltivato in alta montagna ha una concentrazione di tossicità molto più bassa rispetto a quello coltivato in collina. Lavanda trapiantata in filari stretti ha meno resa ma molti più olii di quella coltivata con densità inferiori.
E poi ci sono l'esposizione, il versante, le caratteristiche del suolo, ecc.
Pensiamo ad una tintura di assenzio fatta in casa: quanto sarà la concentrazione di tujoni? Alta? Bassa? Media? I tujoni sono sostanze pericolose, tossiche a livello cerebrale, e una concentrazione alta assunta per via alimentare non è da sottovalutare. A meno di non voler imitare i poeti maledetti e i voli pindarici delle loro menti...
Oppure pensiamo a un estratto di iperico. La concentrazione di ipericina e soprattutto di iperforina, i principi attivi caratteristici dell'erba di san Giovanni, è una caratteristica che non può essere trascurata. Basti pensare che l'iperico interagisce con più o meno tutti i medicinali, anche quelli di uso comune, e non dare peso alla concentrazione di iperforina potrebbe causare seri problemi.


Quindi non improvvisatevi erboristi: limitatevi all'utilizzo delle piante in tisana e come aromi in cucina, dove le concentrazioni di principi attivi estratti non sono pericolose, e acquistate tinture ed estratti solo da aziende serie che garantiscono sulla confezione la percentuale di principio attivo presente nel prodotto!!!

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