Quando dici latte d'asina, spesso la prima cosa che viene in mente è l'immagine di Cleopatra o Poppea che fanno il bagno in una vasca piena di candido latte. Non è solo una leggenda, ci sono numerose testimonianze storiche che evidenziano come le più ricche donne del passato usassero il latte d'asina come elisir di bellezza.
Una volta, sempicemente, si vedeva che questa abitudine rendeva la pelle liscia e luminosa, ma oggi ci sono delle evidenze scientifiche, supportate da numerose ricerche, che ci spiegano il perchè.
Senza entrare troppo nel dettaglio, basti pensare che è la particolare composizione chimica del latte d'asina, così diversa da quella di tutte le altre specie, a renderlo un cosmetico così speciale.
La ricchezza di acidi grassi della serie w, in contrasto con la povertà di lipidi totali, la particolarità delle proteine, con l'assenza della k-caseina, l'abbondanza di lattosio... tutte queste peculiarità idratano la pelle, ne arricchiscono le capacità di barriera, la sfiammano, rinforzano i capillari riducendo l'arrossamento, distendono le rughe, ecc.
Tutto può essere riassunto in una sola parola: riequilibrio. Perchè il latte d'asina, grazie alle sue caratteristiche, tende a riportare la pelle al suo equilibrio naturale, e così la pelle grassa, sfiammata, produrrà meno sebo, mentre quella secca, nutrita, smetterà di tirare.
Oggi fare il bagno nel latte d'asina è diventato praticamente impossibile: si dice che Cleopatra avesse 700 asine a disposizione per poter riepire quotidianamente la vasca... Sarebbe economicamente impossibile, e renderebbe davvero difficile gestire gli animali con naturalità, regalandogli benessere quotidiano, lavorando e collaborando con loro senza sfruttarli, perchè diventerebbe un'attività quasi industriale.
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