In un’azienda agricola, la primavera e l’estate sono certamente le stagioni in cui c’è più da fare: le piante fioriscono e poi fruttificano, l’orto deve essere seminato e per poi raccogliere ogni giorno verdura fresca, nascono i cuccioli degli animali, bisogna provvedere a comprare i nuovi pulcini per rimpinguare il pollaio, avendo cura di favorire l’inserimento dei nuovi fra i vecchi… Insomma, non c’è un attimo da perdere!
Ma l’autunno e l’inverno, sebbene meno frenetici, non sono del tutto sonnolenti. Ci sono frutta e verdura a maturazione tardiva ancora da raccogliere, le piante da potare, e i lavori da fare per predisporre l’azienda per la bella stagione.
Un tipico frutto invernale è il kiwi. Frutto della pianta di actinidia (Actinidia chinensis), è molto ricco di vitamina C, con polpa verde, soda e leggermente acidula. Tutti lo conosciamo per il suo aspetto peloso, ma stanno prendendo lentamente piede anche le varietà a buccia liscia e polpa dorata.
Nel nord Italia la raccolta avviene solitamente verso novembre, prima della completa maturazione dei frutti per evitare che subiscano le prime gelate. I kiwi devono essere raccolti privati del picciolo, per evitare che questo provochi ferite negli altri frutti durante la conservazione, e devono essere mantenuti in luogo fresco e asciutto. Per farli maturare basta porli vicino a delle mele: l’etilene sprigionato naturalmente dalle mele provoca la maturazione anche degli altri frutti. Questo permette anche la conservazione domestica dei frutti, regolando la maturazione scalare secondo le nostre esigenze.
Sebbene l’origine della piante sia cinese, la patria adottiva di questa specie è la Nuova Zelanda, dove furono selezionate alcune varietà. Alla Nuova Zelanda si deve anche il nome del frutto, appunto dal nome dell’uccello simbolo di questo Stato. Al giorno d’oggi, però, è l’Italia ad essere il maggiore produttore di kiwi a livello mondiale.